Pagina:Deledda - Il vecchio della montagna, 1920.djvu/163

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per terra bruscamente, soffiandosi sulla palma della mano scottata.

— Sciocco, pazzerello, non lo sapevi che scottava l’ansa?

Zio Bakis non si lamentò per non provocarla oltre; si ripiegò con buona grazia sui ginocchi e presa la mestola cominciò ad estrarre i maccheroni dal paiolino, versandoli man mano sulla salsa che zia Bisaccia rimescolava.

Adesso la nuvoletta avvolgeva marito e moglie; sul focolare la fiamma saliva gialla nell’anello ardente del treppiede vuoto.

— Zia Caterina, — disse Basilio, che sorrideva beato mostrando tutti i suoi denti scintillanti; — levo via il treppiede? Altrimenti cuoce il diavolo.

— Siediti sopra, se non lo puoi vedere sul fuoco.

— Chi, il diavolo?

— No, no, il treppiede, — disse bonariamente zio Bakis. — Sta quieto, figlio mio.

Conditi i maccheroni, zia Bisaccia preparò il pane e il vino e attese i figliuoli, ma suonarono le otto, suonarono le otto e mezzo e le nove, e i figliuoli non rientrarono.