Pagina:Deledda - Il vecchio della montagna, 1920.djvu/167

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dico: «Pietro, mi lasci rubar un porchetto dal tuo padrone? Ti do cinque lire». Benchè fossimo molto amici, egli mi cacciò via insultandomi. «Io non vendo la mia fedeltà per uno scudo! Vattene, e se ti salta in testa di toccar nulla da queste parti, vedrai che domani non passerai il giorno di Natale in compagnia della tua innamorata». Io me ne andai ridendo di mala voglia, e non sapendo dove meglio batter la testa capitai nell’ovile del mio futuro suocero. In quelle vicinanze ricordai che fra le altre c’era una torma di porchetti da regalare a certi giudici di Sassari, che dovevano far il processo di un fratello di Caterina. Che faccio io? Mi avvicino come un ladro, entro nella mandria, prendo per il muso, stringendoglielo forte, uno dei porchetti, e gli immergo la lesina nel cuoricino.

— Era di vostro suocero? — chiese Basilio mentre zio Bakis col pugno stretto faceva atto d’immerger la lesina nel cuoricino d’un invisibile porchetto.

— E di chi dunque? E l’indomani il porchetto fu mangiato qui, da Caterina, in buona compagnia.

— Ma.... — disse Basilio con ammirazione, — e i vostri suoceri e la vostra