Pagina:Deledda - Il vecchio della montagna, 1920.djvu/169

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compagni, i quali s’avanzarono in punta di piedi tentando così di render meno gravi i loro passi appesantiti dagli scarponi e dal vino.

Eran quattro giovinotti paesani; uno altissimo, pallido, con una lunga barba nera; il secondo piccolo e olivastro, con occhi brillanti; il terzo rosso e calvo, coi baffi biondastri: e il quarto finalmente aveva gli occhi azzurri, timidi e dolci nel viso bianco completamente sbarbato. Questi due ultimi, sebbene di tipo così diverso, erano anch’essi figli di zio Bakis e di zia Bisaccia. Il giovane alto e quello dagli occhi brillanti si avvicinarono all’ometto, battendogli le mani sulle spalle e sul capo, con carezze figliali; ed egli accennò loro di sedersi e di star zitti.

— Se mia moglie si sveglia e scende qui, ci caccia via tutti col manico della scopa. Sedete, ma.... silenzio!

— Altro che scopa! Con la scure! — disse Basilio.

— Chi è questo giovinotto? — chiese quello dalla barba nera.

— Il servo di Melchiorre Carta.

— Ragazzotto, come va il tuo padrone?

— Coi piedi!