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v’è? Fatela venire. Io non ho nè madre, nè padre, nè fratelli; io ho nemici e rivali! — Sollevò il pugno, per cui, mancatogli il sostegno da quel lato, ricadde. — Io ho solo un fratello, ma quello non c’è, è bandito, è lontano. Dove sei, fratello mio, fratellino mio, dove sei?
Sollevò l’altro pugno, e così, supino, a braccia aperte, cominciò a singhiozzare, invocando ad alta voce il fratello bandito.
— Al diavolo il vino e chi te lo versò! — imprecò il fratello calvo, precipitandoglisi sopra e chiudendogli la bocca con le mani. — Taci, perdio, o t’affogo.
L’ubbriaco rantolò, ma non oppose resistenza, e a poco a poco si riaddormentò. Ma il suo accenno al fratello lontano offuscò l’allegria del banchetto. Finirono di cenare parlando tristemente del bandito.
— Ieri l’han visto nell’ovile dei Carta, me l’ha detto questo ragazzotto, — disse zio Bakis accennando Basilio.
— Parleranno di Paska Carta! — sogghignò il giovine barbuto.
— Perchè? — si domandò Basilio.
Zio Bakis sospirò e imprecò contro Paska.