Pagina:Deledda - Il vecchio della montagna, 1920.djvu/205

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giù nella valle, pei sentieri incavati ove la ginestra gettava i suoi archi d’oro, guadò il fiume, sulle cui acque verdi il sambuco stendeva le ombrelle dei suoi fiori e riprese a salire sulla montagna di schisto fiorita di rose canine. In una brughiera, tra fittissime macchie di lentischio, vide pascolare un puledro grigio dalla coda mozza.

Allora smontò; prese la cordicella legata all’arcione del suo cavallo, la lanciò al lungo collo del puledro, lo prese e gli si slanciò sulla groppa nuda, col proposito di rilasciarlo lì al ritorno. E via per la brughiera che pareva un selvaggio mare dalle onde verdi. Solo un cuculo batteva la sua nota acuta, sfumata nell’immenso silenzio: pareva il melanconico palpito della solitudine. Basilio passò, eretto sul puledro, come un giovine centauro emergente da quel selvatico mare di lentischi. Gli sembrava che il puledro fosse suo, che suoi fossero il cavallo e i capretti e tutto lo spazio che attraversava; e che tutto fosse in suo potere di vendere, per presentarsi a Paska al ritorno con la borsa colma e l’anello di sposa.

Lo invase una smania di slanciarsi alla