Pagina:Deledda - Il vecchio della montagna, 1920.djvu/264

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Battè una fronda sulla groppa del cavallo, e la bestia partì al trotto, nera alla luna. Basilio rientrò nella grotta, si gettò bocconi presso il fuoco e ricominciò a gemere.

— Taci, — disse infine il pastore, infastidito, — finiscila, muso di faina; tu piangi adesso, dopo che.... non farmi parlare....

Basilio tacque, ma la tempesta imperversava sempre più feroce nella sua anima. Rivedeva zio Pietro nei sereni giorni trascorsi, quando Melchiorre era libero e la pace regnava nell’ovile; udiva ancora le semplici storielle del vecchio, ricordava l’innocente felicità goduta prima di conoscere Paska. Ora tutto era caduto. Melchiorre in carcere, zio Pietro morente, l’inferno nel suo cuore. Il vecchio non si sarebbe più rialzato, mai più la sua buona figura avrebbe vigilato l’ovile: ogni cosa cadeva.

Solo un barlume di speranza avrebbe potuto ancora illuminare il buio della sua anima stravolta: Paska. Ma anche Paska, per la quale ogni disgrazia era accaduta, anche Paska lo abbandonava, perdendosi nel turbine che lo travolgeva.

Verso l’alba il pastore andò a guardare