Pagina:Deledda - Il vecchio della montagna, 1920.djvu/265

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nel suo ovile. Una torma di graziosi porcellini rossi e grigi, neri macchiati di giallo, bianchi screziati di nero, gli venne tra i piedi grugnendo, rotolandosi, frugando la terra col musino roseo. Il cielo appariva azzurro nello sfondo dei tronchi e dei rami oscuri: una giornata serena sorgeva a illuminare il torbido dramma di quegli uomini abbandonati a sè stessi.

Ritornando verso la grotta il porcaro vide Basilio venirgli incontro, col volto grigio e gli occhi gonfi.

— Zio Pietro ritorna in sè! Non chiamiamo il prete? Non sarebbe bene di fargli fare il testamento?

— Il testamento?

— Il testamento. Sai bene, se Melchiorre viene condannato, la giustizia si piglia tutto. Se invece zio Pietro fa testamento ad altri? Egli raccontava sempre che la sua padrona, quando egli era servo, fece testamento a lui, poi egli restituì tutto al figlio di lei uscito dal carcere.

Ma il pastore si mise a ridere.

— Che pensieri hai!

— Giuro, che mia madre non mi riveda, che io farei altrettanto! — gridò Basilio.

Il pastore cessò di ridere: si fissarono e si intesero.