Pagina:Deledda - Il vecchio della montagna, 1920.djvu/287

Da Wikisource.

— 273 —


miglia, mio padre, i miei zii, e specialmente un mio zio prete ricchissimo, ambivano i poteri della chiesa e del comune di questo paese. Ora, circa quarant’anni fa, un nobile signore di Orzulè, don Antonio Canio sposò una Lixia e si stabilì qui. I Lixia erano anch’essi benestanti, ma un po’ scemi, violenti, rapaci, in discordia fra loro. Don Antonio, che non ebbe figli, s’impadronì dei beni e dell’anima dei Lixia, li dominò, li riunì, li raggirò, se ne servì come di pugnali. Era un uomo ambizioso, terribile; bello, alto, vestito di seta. Si beffava di tutto e di tutti: aveva parenti influentissimi alla Corte del Re. Voleva dominare sul nostro paese e lo dominò: si fece eleggere sindaco, al posto di mio zio prete, e fece di tutto per far nominare un altro Rettore della chiesa ricchissima. Di qui l’inimicizia violenta.

Il Cavaliere. Ma anche vostro zio prete dicono fosse un uomo terribile!

Zio Mauru. Dio l’abbia in gloria, oh, sì, anch’egli non scherzava! Amava la caccia, il ballo, le feste, il vino; se un ragazzo gli chiedeva l’elemosina egli gli dava una moneta, poi lo ba-

     Deledda. Il vecchio della montagna. 18