Pagina:Deledda - Il vecchio della montagna, 1920.djvu/289

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Zio Rajmondo (rientrando). Cosa?

Zio Mauru (minaccioso e sprezzante). Che cerchi là? Non avrai aperto, no? Vecchio becco, se non sei diventato pazzo del tutto, ricordati che non voglio che nel portoncino passi nessuno!

Zio Rajmondo. Mauru Aras, che cosa avete da rimproverarmi? Io entravo per prendere della paglia nel pagliajo.

Zio Mauru. Va là, oggi non è giorno di paglia nè di pagliaj.

Zio Rajmondo. Già, oggi le bestie pon mangiano, perchè gli uomini hanno troppo mangiato! (Rientra nel cortiletto).

Zio Mauru. È un buon servo: da trent’anni è in casa nostra; ha solo un difetto: parla tra sè a voce alta. Dopo l’assassinio di don Antonio anch’egli fu sul punto d’esser gettato in carcere. Fummo tutti processati, imprigionati: anche mia figlia Daniela dovette nascondersi e rimase un anno latitante. Accaddero altre sciagure, altri delitti; furono ammazzate le bestie, incendiati i boschi, avvelenate le fonti....

Il Cavaliere. Che orrore! Ebbene, è tempo che tutto ciò abbia fine. Sentite