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che si vedeva la sua bianca gola gonfiata dal riso, disse sfacciatamente:
— L’ho già affogato!
Allora Melchiorre credette di impazzire: gli parve di saltare al di là del tronco; di piombare sul fuoco e di scottarsi una mano. Aveva schiaffeggiato a sangue la bella Paska: aveva percorso lo spazio che li divideva e le era balzato addosso prima che alcuno degli astanti, sorpresi, si movesse. Ella si portò le mani al viso, tirandosi indietro e gridando: «Aiuto! Aiuto!», e il bambino anzichè abbandonarla, parve volesse difenderla agitando le piccole mani e gridando anche lui: «Aiuto! Aiuto!»
Melchiorre si vide circondato da volti feroci, e sentì sulle spalle grossi pugni che risuonavano sul duro cuoio della sua giacca.
— Vigliacco!... Miserabile!...
— Bestia!
— Infame!
Paska si mise a piangere di dolore e di terrore: e il bambino cominciò anche lui a strillare, mentre il cagnolino abbaiava ferocemente, facendo atto di slanciarsi nella mischia, senza osarlo.
— Vigliacchi siete voi! — gridò Mel-