Pagina:Deledda - Il vecchio e i fanciulli, Milano, Treves, 1929.djvu/195

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daco degli sfondi. Il gregge meriggiava nel bruno— azzurro delle ombre, ed anche il vecchio, i cani, il muflone e le cornacchie con la lunga coda chiusa come un ventaglio, sonnecchiavano beati.

Solo due agnellini che parevano di zucchero, due ritardatari, scherzavano sotto il sovero, rincorrendosi in circolo, saltando l’uno sull’altro e leccandosi a vicenda.

Tanta era la letizia del loro gioco che Francesca si mise a ridere; poi si rifece ancora più triste. Luca la guardava di nascosto; e quell’improvviso ridere di lei ch’era stato come il riflesso del giuoco degli agnelli, gli diede una impressione di stupore: gli parve che il viso di Francesca gli apparisse solo in quel momento; ed era un viso sfolgorante che rifletteva davvero la felicità e la bellezza dell’ora, ma anche qualche cosa di più divino, come se l’anima di lei si fosse rivelata nuda e palpabile.

Altre volte, però, egli ricordava confusamente di averlo veduto, quel viso di sole: dove? non sapeva: forse dentro l’acqua del fiume, quando appunto il sole vi si specchiava attraverso gli oleandri in fiore; forse in fondo al prato