Pagina:Deledda - Il vecchio e i fanciulli, Milano, Treves, 1929.djvu/223

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veva fare: si svegliò con gioia, come l’artista che ha trovato il seme della sua opera; e mentre beveva il latte dalla tradizionale tazza di corno di bue che il vecchio teneva cara come un vaso sacro, ne esaminò i disegni. Erano sempre gli stessi, immobili eppure come danzanti intorno alla tazza, per il roteamento che egli le faceva eseguire. Il cacciatore col corno richiamava i cervi e i daini della foresta, non per ammazzarli ma per invitarli ad una festa di primavera: poiché anche il cacciatore era innamorato, e la stessa colomba che veniva appresso, primitiva nel disegno tanto da sembrare un pipistrello bianco, era meno mite e commossa di lui. Ed ecco la palma, che è segno di pace e di altezza, e la croce che indica i quattro punti cardinali della vita: la nascita e la morte, l’amore e il dolore: infine veniva il cuore, ferito eppure esultante, con la fiamma alimentata dal suo centro, dove forse si nasconde Dio: riappariva il cacciatore che inseguiva quel cuore irraggiungibile, del quale era innamorato poiché lo credeva quello di una fanciulla, e che per la sola gioia del suo amore richiamava i cervi e i