Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 219 — |
obliqua che gli pare rifletta davvero l’anima sua in quel momento; poi si raddrizza e pensa che è giunto il momento di riprendere la linea d’un tempo.
E subito chiamò Luca.
Luca si era nascosto: aveva paura del vecchio e aspettava che un po’ d’ombra cadesse su quell’infinita luce del tramonto e velasse anche il suo viso, che egli si sentiva ardere e splendere simile al sole.
La voce che lo chiamava gli parve dura come quella del destino: tuttavia si presentò subito, e si accorse che zio Ulpiano lo guardava con freddezza crudele, osservandolo attraverso la luce per cercare il punto dove colpirlo meglio.
Egli però era pronto.
— Luca, — disse l’altro, mettendosi a sedere davanti alla capanna, — ho da parlarti.
Alzando la voce, riprese:
— Luca, ricordi quando ti sei presentato la prima volta? Quante bugie mi hai rifilato! Speriamo che adesso sii più veritiero.
— Ve ne ho dato già prova, di essere veritiero, — Luca rispose; e si sollevò su sé stesso, riprendendo fierezza.