Pagina:Deledda - L'argine, Milano, Treves, 1934.djvu/193

Da Wikisource.

— 183 —

ardire di profittarne; — c’è giù un uomo, quello del mulino, Pietro il mugnaio, insomma: dice che la sua nonna è moribonda, e che vuole confessarsi; e ti vuole subito. Così il mugnaio, è giù col biroccino, e ti vuol condurre lui, subito.

Ella rimane lì, a bocca aperta, fissando il sole come le allodole.

È vicina a me: mi pare di sentirne il palpito, fra di gioia e di paura, e che il suo vestito emani il calore di una fiamma. Se don Achille se ne va, basta che io stenda le braccia per attirarla al mio fianco. E don Achille si alza, rigido, pronto come una freccia: ha capito che deve andare subito; c’è da raccogliere un’anima, anche se il suo dovere lo costringe a lasciarne altre in pericolo: ma le altre non pensano che a vivere, e finché si è vivi si fa sempre in tempo a salvarsi. Del resto anche io mi alzo, faccio cenno di seguirlo; ma egli corre giù a precipizio, sparisce dietro il cancelletto del cortile: le oche starnazzano, con un coro che sembra beffardo; io ed Agar restiamo nell’orto, smarriti, beati, ansiosi, come Adamo ed Eva sotto l’albero del bene e del male. Quasi d’intesa ritorniamo su, verso il muricciuolo: si sente la voce del mugnaio che aizza il ronzino del suo biroccio, ed io penso che il mulino è giù, a valle: ci vuole un certo tempo per andare e per tornare, senza contare quello della confessione della vecchia. Abbiamo quindi