Pagina:Deledda - L'argine, Milano, Treves, 1934.djvu/209

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PARTE TERZA

Cessarono, d’un tratto, le frequenti lettere raccomandate, per la signora Noemi Davila: lettere con la busta quadrata, sottile ma resistente, chiusa da una pallida luna di sigillo argenteo che pareva volesse custodire il segreto ma sfuggendo all’attenzione dei curiosi. Il primo ad accorgersene fu il portiere dello stabile, che firmava lui per la padrona e poi portava su le lettere, o le mandava, se era di cattivo umore, con la volante Pierina; alla quale ripeteva, fissandola bene negli occhi, che avrebbe poi controllato lui l’arrivo regolare della corrispondenza. Sebbene sulla busta non esistesse l’indirizzo del mittente, tanto lui che la ragazza sapevano bene di chi erano le lettere: e Pierina, quindi, non poteva fare a meno di sbirciarle, lungo la scala cauta si fermava a palparle, quasi con curiosità fisica: ne sentiva l’odore di dramma, le luci e le tenebre di cinematografo: le consegnava alla