Pagina:Deledda - L'argine, Milano, Treves, 1934.djvu/33

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Per questo ella tentò di ribellarsi.

«Dopo tutto, non ho reagito, contro il peccato? Una, due volte? Così, adesso tutto è finito».

«Era meglio non cominciare, Noemi. Perché gli hai aperto la nostra porta? La prima e seconda volta?».

Allora ella si buttò bocconi sul tappeto, e cominciò a singhiozzare come una bambina.

«Perdonami: è vero, avevo dimenticato le tue parole, tu ancora vivente, e adesso ancora, perdonami».

«Non posso: poiché tu hai fatto male anche ad altri; e bisogna espiare, adesso».

Allora ella si sollevò, quasi confortata.

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Rinnovò gli ordini a Pierina, e riprese il suo lavoro degli altri giorni; un piccolo ma finissimo ricamo, per una lotteria di beneficenza a favore di bambini malati. Seduta nell’angolo del salottino, sulla cui parete una damina giapponese le faceva compagnia, sollevava di tanto in tanto gli occhi a guardare lo spigolo del giardino di fronte alla finestra; e le pareva che il cedro del Libano, e un pino che lo seguiva, questo coi suoi aghi tutti infilati di sole, l’altro con la sua scala di rami che finiva in una guglia di smeral-