Pagina:Deledda - L'argine, Milano, Treves, 1934.djvu/56

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espressione, questa incertezza del dove e quando li aveva veduti, la tenne un momento sospesa: poi ebbe desiderio di cambiare strada, di mentire, di affermare che fra lei e il Franci non c’era stata che una fredda e momentanea relazione. Prove contrarie non esistevano.

Ma subito l’istinto l’avvertì che le strade false conducono sempre al pericolo. Disse:

– Ho per caso conosciuto il Franci nella clinica dove mio marito era stato operato la seconda volta. Il Franci era gravemente malato di polmonite. La suora mi disse che egli stava per morire. Cieca anch’io per il mio dolore, entro nella sua cameretta: egli mi vede; nel delirio mi scambia per una sua sorella lontana: si attacca a me, non mi lascia più in pace. Dopo la morte del mio povero marito non l’ho più veduto: ma pochi mesi or sono venne di nuovo a trovarmi; m’annunziò il suo matrimonio, si lamentò di non essere felice. Questa mattina stessa è venuto qui, dicendo che aveva questionato con la sua signora. Cercai di calmarlo, gli diedi buoni consigli.

– Può dirmi qualche cosa del suo carattere?

– Non so; è difficile giudicare il prossimo. Il Franci m’è parso sempre un buon giovane, un po’ visionario, forse, molto sentimentale.

– Nulla, fra voi due, si svolse di colpevole? Neppure nelle intenzioni?