Pagina:Deledda - L'argine, Milano, Treves, 1934.djvu/59

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PARTE SECONDA

Noemi, permettimi di scriverti. Ho bisogno assoluto di parlarti, di difendermi, se è proprio vero che delle tristi cose accadute sia in parte io il responsabile. Ti assicuro che inutili disquisizioni e facili filosofemi saranno da me evitati. Ti parlerò solo dei fatti. Tu saprai certamente ch’ella è morta. Si è avvelenata la mattina del nostro ultimo colloquio. Quando tornai a casa subito dopo, ella giaceva composta nel suo letto, col viso coperto da un fazzolettino ricamato. Sulle prime credetti che dormisse: ma attraverso la trasparenza del fazzoletto si vedeva il suo viso come di pietra livida: sul comodino una boccetta di veronal vuota. Compresi tutto. Moltissime volte, anche la notte avanti, ella aveva minacciato di uccidersi. Io non ci credevo, ancora non posso credere ch’ella sia morta di sua volontà.

Aveva riposto accuratamente le sue vesti, la