Pagina:Deledda - L'incendio nell'oliveto,1821.djvu/122

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tenne per la catena facendolo dondolare come un ragno d’oro attaccato al suo filo. Poi ella si passò al collo la catenina e regolò l’ora con l’ora dell’orologio di Stefano.

Così le loro vite dovevano correre assieme, minuto per minuto, meccanicamente.


Uno scalpitare grave di buoi annunziò il ritorno di Agostino. Nel vano della porta apparve come nello sfondo bigio d’un quadro la sua figura a cavallo fra due grossi buoi neri ch’egli si traeva appresso prigionieri: in fondo la figurina scura di zio Taneddu, con la barba rossiccia lasciata crescere in segno di lutto, salutava Mikedda ferma sul portichetto col lume in mano.

E mentre i due servi s’incaricavano di legare i buoi e il cavallo, Agostino entrò, senza dimostrare troppa fretta nè troppa gioia; strinse la mano a Stefano; poi sedette accanto alla tavola, con le ginocchia unite, il pugno chiuso. Era stanco ma soddisfatto. Soddisfatto perchè vedeva il suo miglior sogno conchiuso; Stefano Mura seduto al suo focolare, e sul petto di An-