Pagina:Deledda - L'incendio nell'oliveto,1821.djvu/48

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— Ho la scarpa piena di sangue, non vedi, non vedi?

E lo zio gli tolse la scarpa e la scosse, come per farne cadere il sangue che non c’era: poi gli tolse anche la calza denudando il piede bianco con le unghie nere, e gli palpò le giunture; infine si assoggettò a portarlo fino al piano di sopra sulle sue spalle, e quel peso e la stretta delle ginocchia del ragazzo ai suoi fianchi gli spremevano dagli occhi lagrime di tenerezza. Però pensava: sono ubriaco, forse, — e questo pensiero smorzava la sua commozione.

Lasciò il ragazzo sull’orlo del suo lettino e attraversò le camere in punta di piedi come fosse in casa altrui; ma tornato giù sedette sulla scranna che aveva l’odore di fracido della vecchia madre.

Eccolo dunque solo davanti al fuoco, padrone di tutto il camino. Poteva scaldarsi come voleva, muoversi da una parte e dall’altra senza essere osservato; il velo d’ombra che la sua presenza spandeva intorno era svanito; si sentiva felice, d’una gioia muta, come un bambino lasciato solo in casa. Pensò infatti che poteva andare in cucina e frugarvi. Gli pareva di essere diventato lieve, con le membra sgranchite dal calore del fuoco. Aprì i