Pagina:Deledda - L'incendio nell'oliveto,1821.djvu/80

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punta di piedi la pozzanghera del cortile Mikedda se ne andò; non rideva più, era pensierosa e distratta; urtò contro una donna che passava per la strada riparandosi dalla pioggia con un canestro, e non badò ai rimproveri della vecchia padrona.

— Proprio oggi te ne vai in ronda, cattiva cristiana, proprio oggi che si ha bisogno di te. Ma guardati almeno intorno, vedi almeno come lavora Annarosa.

Annarosa finiva di preparare la colazione funebre. Andò lei stessa nella dispensa, a scegliere un bel cestino entro il quale mettere i piatti con le vivande. Scelse un bel cestino di asfodelo, dorato, ornato di nastrini, che serviva per mandare presenti di nozze; lo tirò giù dalla parete ove era appeso, vi soffiò su per levarci la polvere; e con la polvere mandò via anche un piccolo ragno col suo filo; poi guardandolo contro la luce vide un granello di frumento rimastovi dell’ultimo regalo mandato ad una sposa; questo ve lo lasciò.

— Il granellino, dentro, porterà fortuna ai vivi, — disse Mikedda caricandosi il cestino sul capo; e appena fuori dal portone trasalì sembrandole che il granellino prima d’ogni altro portasse fortuna a lei. Vedeva infatti zio Taneddu arrivare col