Pagina:Deledda - La casa del poeta, 1930.djvu/129

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Andai a letto, piuttosto, stanco morto, e mi addormentai come una pietra. Ma verso la mezzanotte un sogno strano mi fece svegliare. Dunque, nel sogno mi si accostò una giovane donna. Era quella del numero due, ma sana, fresca, vestita da ballerina: però sembrava anche un angelo. Si piegò su di me e sottovoce mi disse:

«— Aroldo, mi dai un bacio?

«Io ricordavo perfettamente ch’ella era a letto, in agonia, e l’idea di darle il bacio, il bacio che lei voleva, mi destò un senso di ripugnanza. Quindi feci un cenno di rifiuto. Allora ella piegò la testa sul seno, come fanno gli uccelli per pettinarsi col becco le piume, e con i denti trasse dal suo corpetto una spilla. E con questa spilla, dopo avermi alquanto scoperto, mi punse sul braccio segnandovi, come un tatuaggio, la lettera B. Poi sparve. Io sentii il dolore delle punture, vidi da queste stillare il sangue.

«Mi svegliai tutto in sudore e mi misi a gridare, tanto erano il turbamento e l’angoscia che sentivo. Accorse quasi tutto il personale della Clinica, e tutti videro sul mio braccio la lettera sanguinante. La vide anche la suora mia compagna di cucina, e quando mi sentì raccontare