Pagina:Deledda - La chiesa della solitudine, 1936.djvu/126

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Grottesca, sì, e ridicola: tuttavia Concezione ebbe un freddo di paura, quasi di terrore, nel veder la casetta invasa da quei selvaticoni: per la prima volta sentì la debolezza e la desolazione sua e della madre, che non avevano chi potesse difenderle e aiutarle in caso di pericolo; e quei due scervellati, che si presentavano così, senza dignità né orgoglio, aizzati dal vecchio prepotente come in un gioco da circo, le destarono più che mai disprezzo e ribrezzo. Rimase tuttavia immobile, con l’ago fermo sulla tela, come una immagine dipinta; e più che altro parve offrirsi allo sguardo dei due fratelli, come il ladro che alza le mani per essere meglio derubato. Ma ella si sbagliava: un velo di soggezione, se non di ammirazione, avvolse i due giovani; e solo dopo che Giustina ebbe loro offerto da sedersi, rassicurati dal silenzio di entrambe le donne, dalla loro accoglienza forzata ma non ostile, il maggiore si provò ad essere disinvolto, anzi goffamente spiritoso: si volse da una parte e dall’altra sulla sedia, stirò le gambe, si batté il petto con la punta delle dita.

— Soldato intrepido, — disse, — un gorilla, ottanta di torace, stomaco sano, appetito pari al coraggio.

Fermo sul suo bastone, come il vecchio orso