Pagina:Deledda - La chiesa della solitudine, 1936.djvu/104

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qualche rimedio al peccato di lui, tante volte io ho pensato di far parte, almeno, dell’eredità di lui alla disgraziata: ella, lo sappiamo, non ha bisogno di aiuto materiale, ed ha rifiutato, una volta, una mia offerta; è d’animo malvagio, e disse che sperava lei di vederci ridotte in miseria, di veder distrutta la nostra chiesa, e di poterci un giorno soccorrere lei col suo denaro maledetto. Allora, la miglior cosa per noi è di lasciarla in pace e pregare per lei: ma se adesso che tu me ne parli, Serafino, se adesso posso fare qualche cosa per lei, eccomi pronta.

— Ecco, — egli riprese, un po’ turbato, — quello che devo dirti non è piacevole, e prima di riferirtelo ho voluto esserne sicuro. L’Aroldi frequenta la casa di Pasqua, di quella donna, insomma. Perché lo fa? Per disperazione, o per farti dispetto? Pasqua è bella; ti rassomiglia; e sebbene sia più vecchia di te sembra più giovine: perché non si strapazza, no; fa una vita comoda, e fra gli uomini che la cercano sa scegliere bene: li vuole sani, giovani e ricchi.

— Aroldo non è ricco, — scattò Concezione; ma subito si pentì e riprese la sua cupa rigidezza.

— Non è ricco; ma può diventarlo, così almeno va raccontando lui a chi vuol sentirlo.