Pagina:Deledda - La chiesa della solitudine, 1936.djvu/133

Da Wikisource.

— 127 —

— Di locuste si nutrivano gli ebrei, — disse seria l’ospite, attaccando familiarmente gli sproni a un chiodo; — e noi siamo cristiani battezzati, e ci nutriamo di pane e di santi cibi.

Egli fu per replicare, ma la donna finse di non badare oltre a lui e agli altri, con la stessa tattica che una sera il vecchio Giordano aveva usato con Aroldo. Ed egli dovette forse ricordarsene perché, per pungere meglio l’ospite e vendicarsi subito di lei, un po’ imitandola nel suo fare, si rivolse a Concezione.

— Riprendendo il discorso interrotto, — disse, — ti dirò dunque che quel giovinotto, quello spilungone, quel tuo pretendente favorito...

— Chi, chi? — si rivolse subito l’ospite, senza più potersi frenare. — E a me non dite mai niente.

— Ma lasciatelo cantare; ha voglia di scherzare, il vecchio. Io non ho pretendenti, né favoriti né altro: finiamola con queste storie.

Però il vecchio era troppo inquieto per non tentare di tirare ancora qualche frecciata, e quando Giustina servì a tutti il caffè egli respinse la tazzina con disprezzo.

— Figurati se voglio di quest’acquetta nera! Ho già bevuto tre bicchierini d’acquavite; e in buona compagnia li ho bevuti, con com-