Pagina:Deledda - La chiesa della solitudine, 1936.djvu/154

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nata e il suo male fosse solo una immaginazione dolorosa della sua mente.

E aspettava che il vecchio portasse altri esempi; ma egli già divagava; fra le altre cose raccontò che da bambino credeva esistesse un lungo passaggio sotterraneo, fra la chiesetta della Solitudine e una grotta giù nella valle a tramontana, dove il luogo era più scosceso brullo e disabitato.

— I tuoi nonni e bisnonni, il Signore li abbia perdonati, se ne servivano, al dire della gente, per le loro bellissime imprese: da una botola della chiesa, sotto l’altare, penetravano nel passaggio, uscivano per la grotta e si recavano, come i cavalieri erranti, in cerca di fortuna. E col bottino rientravano nella grotta, dove le pecore sgozzate rimanevano come in un frigorifero, e ben altre provviste vi si accumulavano.

Leggermente inviperita, Concezione disse:

— Intanto le faccio osservare che la chiesetta fu costruita da mio nonno, che nessuno mai incolpò d’altro che di essere troppo buono e scrupoloso.

— Umh, — sogghignò l’altro; — l’hai conosciuto tu, tuo nonno? No: e, dunque, tira via. Tuo padre, sì, non dico, era un galantuomo, lavoratore, religioso, onesto: e anche tua madre è una donna biblica: tu, amica mia, hai