Pagina:Deledda - La chiesa della solitudine, 1936.djvu/155

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preso un po’ da tutti i rami, sei come il frutto dell’albero innestato, che tuttavia conserva un certo sapore di selvatico. Sei buona e cattiva nello stesso tempo; sei la vera figlia di Eva, che vorrebbe anche lei mangiare il pomo e se non lo fa è perché sente il terrore del castigo ancora vivo sulla pelle della madre. E dunque, tornando al discorso del passaggio nascosto, non è detto che partisse proprio dalla chiesetta: troppo i tuoi avi erano superstiziosi per calarsi nel pozzo delle loro nequizie proprio sotto gli occhi della Madonna. Ma la terra, qui intorno, era tutta loro: il bosco scendeva fin qui, e vi pascolavano le capre e i porci. Probabilmente qui, dove noi sediamo come due colombi innocenti, sorgeva la loro capanna; o forse la capanna di quei prodi mascalzoni era più in là, verso quella roccia; e la botola si partiva di là, ben mascherata di terra e di foglie secche.

— Lei conta una bella favola: la conti alle galline, però, eccole lì.

Infatti, nel loro recinto di canne, si vedevano le galline bianche e nere, bionde o tigrate, con in mezzo il loro sultano dalla cresta rossa come un papavero; e alcune, dietro la siepe, con una zampa sospesa e guardando con un occhio solo, parevano davvero intente al racconto del dottore.