Pagina:Deledda - La chiesa della solitudine, 1936.djvu/18

Da Wikisource.

— 12 —

come cercando di nascondersi nell’ampiezza del suo vestito di fustagno, per l’accoglienza non attesa di Concezione. Ne vedeva chiaro il mutamento, ch’ella non ostentava ma non nascondeva; e anche a lui sembrava un’altra, come se all’ospedale, invece dell’operazione che le due donne gli avevano dato a intendere, cioè una semplice estrazione di un polipo al naso, le avessero per opera malefica tolto il sangue, la carne, la giovinezza. E qualche cosa di inesplicabile, oltre l’alito di tristezza e di malattia, emanava da lei, quasi un senso di minaccia e di pericolo, gelando l’atmosfera già così confortante della casetta ospitale. Egli sentiva di essere di nuovo il forestiero, come quel giorno che era venuto portando la stoffa per le camicie, e Concezione gli aveva preso le misure senza guardarlo in viso: forestiero, di terra lontana, senza nessuno al mondo. Ma con quelle misure, Concezione lo aveva legato, stregato; e le camicie cucite da lei erano state poi per lui come l’abito nuovo per i ragazzi, il vestito di festa, una fascia di speranza e di gioia.

— Come va? — disse con voce bassa, turbata: e pareva avesse paura di essere ascoltato da qualcuno più padrone delle stesse padrone, che lo potesse cacciar via come un intruso.