Pagina:Deledda - La chiesa della solitudine, 1936.djvu/247

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— Sì, ma questo non basta ancora: la donna, che lo nascose, più che per pietà per non aver noie con la giustizia; che lo ha coperto di paglia come la neve perché non si sciolga; che ha chiamato e pagato il flebotomo per curarlo e salvarlo, adesso pretende da lui una ricompensa adeguata. Vuole che partano assieme, che emigrino come gli uccelli, ma senza sposarsi; poiché ella vuole la sua libertà, pur tenendo nel pugno quella del disgraziato: e questo, Concezione, è il pericolo maggiore. Bisogna che egli parta solo, che fugga solo. Un primo passo è fatto: egli è qui, adesso, in casa mia; bisogna che tu lo veda.

Ella piegava la testa, avvilita: aveva paura di veder Aroldo: e ora che lo sapeva vivo, salvo, le pareva di non provare più passione per lui.

— Ma perché non lasciarli andar via assieme? Finiranno con lo sposarsi, come tanti altri, che prima sono stati amici...

— Tu non sai, figlia mia. Hai tu pure commesso qualche errore, ma non conosci la vita. Aroldo questa sera è potuto uscire inosservato dalla sua tana, perché la donna s’intratteneva con un altro uomo. Donne così non si possono sposare, da un uomo che deve salvarsi l’anima. E poi, fosse egli innamorato di lei: l’amore, purifica tutto. Ma egli pensa ad