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a mostrare le intime piaghe del corpo: io ho avuto questa vergogna, dimenticandomi che Gesù fece delle sue piaghe le lampade che illuminano il mondo più del sole e le stelle. Ecco tutto.

Aroldo si piegò: coi gomiti sulle ginocchia e il viso fra le mani parve un bambino che volesse nascondersi: ma Concezione si accorse che egli piangeva. Lo lasciò sfogare, perché sapeva che le lagrime sono il farmaco più efficace per un grave dolore. Lo sapeva, sebbene a lei non riuscisse mai di piangere. E grave era il dolore dell’uomo, anch’esso inesprimibile a parole; rassomigliava a quella musica che Concezione sentiva salirle dal cuore, come dalle profondità delle valli, nei giorni del suo primo amore, aveva sentito la voce stessa della vita risonare nel mormorio dell’acqua, delle erbe, del vento: ma il pianto dell’uomo era una musica, ancora più profonda e potente delle musiche e delle canzoni d’amore: era la voce del mare in tempesta, che ingoia i pescatori poveri e innocenti; quella del fulmine che spacca gli alberi puri; quella dei bambini violati e uccisi da mostri umani; quella dei mali che Dio manda agli uomini per far loro gustare, in ultimo, come un premio inestimabile, il sonno della morte: era la voce del dolore.