Pagina:Deledda - La chiesa della solitudine, 1936.djvu/26

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dagia: sapeva che nel paese delle sue ospiti non si ha molta stima dei figli del peccato, soprattutto se poveri; ma egli non voleva ingannare nessuno; e se Concezione gli aveva già dimostrato un attaccamento non privo di calore, non c’era ragione ch’ella mutasse a un tratto pensiero.

Del resto egli credeva che anche lei vivesse del suo scarno lavoro, in quello strano rifugio mezzo sacro mezzo brigantesco ereditato appunto da avi che la voce pubblica assicurava poco e niente scrupolosi, in fatto di onestà. Ma a misura che egli parlava, ella pareva riprendere un po’ della sua antica cordialità; e sorrise di nuovo, questa volta con benevolenza, quando la madre domandò con ingenua malizia se laggiù ci sarebbero state anche donne, ad aiutare e consolare i pionieri.

— Per i primi tempi niente, credo. Si va a vivere nelle baracche, soli, come naufraghi. Ma appena pronte le case, il primo a voler le donne con noi è l’impresario. Sono necessarie, per molte ragioni.

Un sorriso, che voleva essere anch’esso malizioso, gli scavò le fossette delle guancie, e l’azzurro dei suoi occhi ne fu tutto indorato. Fissò Concezione, ed ella ripeté, quasi per compiacerlo, le parole di lui.

— Sì, per molte ragioni.