Pagina:Deledda - La chiesa della solitudine, 1936.djvu/64

Da Wikisource.

— 58 —

mi sento estremamente debole. Forse non guarirò più.

— Questo lo sa solamente il Signore. O tu non hai più fede?

Allora ella ricordò che anche lui era malato, di un male più certo e inguaribile del suo, e tuttavia viveva e operava come un uomo forte e sano; e ne provò conforto. Un senso di luce le veniva dalle parole di lui. Sollevò il viso, lo guardò e proseguì:

— Il primario dell’ospedale mi raccomandò di tenermi riguardata, di non strapazzarmi, di non cercare emozioni. Io ho fede, sì, e voglio vivere, per mia madre, per fare, se posso, un po’ di bene. Ma ho bisogno di essere lasciata tranquilla.

— Hai qualcuno che ti molesta?

— Sì, ieri sera è venuto qui tuo nonno. Io ho un grande rispetto per lui, anche perché era amico di mio padre. Ma ieri sera mi ha fatto quasi paura. Vuole che io sposi uno dei suoi nipoti, uno dei tuoi fratelli, Serafino. Mi disse che questa mattina sarebbe tornato con loro, per farmi scegliere; ed io non posso, proprio non posso.

Uno sdegno mal represso fece arrossire il prete: adesso capiva perché i suoi fratelli erano venuti alla messa; il vecchio, che all’alba era ripartito per l’ovile, poiché qual-