Pagina:Deledda - La chiesa della solitudine, 1936.djvu/70

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al fuoco, col cappello fra le mani, nello stesso atteggiamento assunto in chiesa: non osava accettare, ma il solo invito lo consolava: avrebbe voluto accovacciarsi nell’angolo del camino, dire con umiltà:

— Lasciatemi qui; non fiaterò; tenetemi come un cane fedele, almeno fino a che possa tornare al mio lavoro. Poiché nel paese non ci posso stare: i miei compagni vanno dalle male donne, e poi all’osteria: poi camminano per le strade, ubbriachi e contenti. Io mi sento smarrito, in loro compagnia. Non bevo, non canto: la mia ubbriachezza e la mia gioia sono qui.

— Vieni, o no?

Egli volse la testa, cercando Concezione; era sparita; eppure si sentì più libero, e disse di sì.

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Tutto il giorno il cielo rimase basso, uniforme, l’aria gelida e immota: una giornata cupa, che pareva meditasse un delitto e non si decidesse a consumarlo. Si decise nella notte, nel buio, nel silenzio impressionante che l’aiutava a compierlo. Ma era un de-