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bo di fiume umano stretto fra gli argini del cielo e della terra.

A poco a poco il rumore prendeva un tono armonioso e solenne. Sembrava un’orchestra fatta di mille strumenti; e suonava la sinfonia del bene e del male, del dolore e della gioia della grande città: e l’accompagnava un coro di pellegrini in viaggio verso il paese dell’eternità.

Finalmente l’altra rientrò. Si sbattè un po’ smarrita qua e là come un uccello di nido che fallito il primo volo è per sbaglio entrato in una casa; poi, dopo aver guardato dalla vetrata con ansia silenziosa: — Non vieni? È pronto, — disse piano.

La zia non si moveva, con le mani raccolte in grembo, il viso illuminato dal riflesso del cielo già chiaro di luna: pregava? dormiva?

Una pena e una speranza terribili risonarono nella voce dell’altra.