Vai al contenuto

Pagina:Deledda - La fuga in Egitto, 1926.djvu/110

Da Wikisource.

— 104 —

i fiori del croco si risollevavano, ciascuno con una goccia di luce come una lagrima propria, e qualche farfalla solitaria che gli veniva pazzamente incontro e poi lo scansava quasi non riconoscesse in lui quello che cercava, tutto infine gli ridestava il senso di una seconda infanzia.

Ed ecco i villini sono finiti; il mare, dopo essere apparso a intervalli fra le dune, adesso lo si vede tutto come una grande pianura coperta dei fiori del lino: la strada sale dolcemente e una linea di nuvole leggere sopra gli ontani che sovrastano le siepi di tamerici pare ripeta il mormorio delle onde. Sono invece gli alberi che mormorano; egli ricorda ancora una volta i canti religiosi del suo paese, e tenta anche lui di ripeterli:

Il marinaio su le onde
t’invoca, o Signore....

Subito però tacque, impressionato dal suono della sua voce che gli pareva scaturisse di terra, portata subito via dal vento; ma anche l’impressione del marinaio che fra le onde agitate invoca l’aiuto del Signore non lo abbandonò, mentre continuava a camminare un po’ faticosamente per la strada in salita, andando contro il vento come una barca in pericolo. Finchè d’un