Pagina:Deledda - La fuga in Egitto, 1926.djvu/13

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Era proprio la sua nipotina.

— È lei il signor maestro De Nicola? — domandò con voce maschia la donna, fermandosi marzialmente davanti a lui. — Suo figlio è dovuto partire d’improvviso per un affare urgente, e la moglie è a letto con la febbre che le viene ogni tre giorni. Saluta il tuo nonno, Ola. Mi dia le valigie.

Ola guardava dal basso il viso del nonno, dopo che i suoi occhi neri obliqui che sprizzavano raggi d’oro avevano risalita tutta la persona di lui assorbendone ogni particolare; e non pareva disposta a salutare, anzi si tirava indietro afferrando i lembi del suo vestitino; eppure in questo vestitino increspato che si allargava fra le sue mani come un papavero tolto dalla buccia, e nella piccola persona tesa, e sopra tutto nel viso dorato riverso in mezzo al fiore dei riccioli neri, vibrava un’offerta irresistibile.

E il nonno, lasciate andar giù le valigie come un peso ormai morto, la prese fra le braccia, la sentì calda e viva contro di lui; e quando i capelli di lei, che erano salati, e la sua guancia più liscia e morbida del velluto, gli sfiorarono la bocca, trasalì come a un contatto d’amore.

La donna intanto aveva preso le valigie e si avviava dondolandole come due borsette leg-