Pagina:Deledda - La fuga in Egitto, 1926.djvu/242

Da Wikisource.

— 236 —

di questo, se lei adesso aveva un mezzo di salvarsi e vivere meglio in un altro posto, non c’era ragione di trattenerla.

Ma no, non è questo. In fondo egli sente che la ragione è un’altra, che il vincolo c’è, più forte di quello del sangue, che egli vuole avere la creatura di lei perchè è una derivazione della creatura che egli ha generato e ucciso, e quindi il proseguimento della sua vita stessa. E la vuole per infonderle la vera vita, che è quella del bene, mentre se Ornella se la porta via non le darà che insegnamenti di male.

Stabilito questo punto, egli è deciso a lottare, per avere lui stesso una ragione di vivere, e la forza di salvare dentro di sè la fiamma del bene.

Allora ricominciò a tentare di sedurre moralmente Ornella col descriverle la vita semplice e pittoresca del paesetto lontano: quadro antico, povero e scrostato, che egli restaurava coi colori e la vernice della sua fantasia.

— Di questi tempi anche da noi c’è freddo e neve: ma è altra cosa. Il freddo è asciutto, la neve s’indurisce e scintilla come l’alabastro: tutto è puro e vivo. E dentro quella mia casetta che spero di ricuperare presto, si vive magnificamente. C’è la cucina con un camino che ci si può riparare sotto in dieci; la saletta da pranzo guarda sulla vallata, mentre le camere di sopra hanno le finestre verso la montagna;