Pagina:Deledda - La fuga in Egitto, 1926.djvu/256

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sempre con te, e tu mi segui nel mio viaggio fortunoso; e di giorno parliamo e la notte dormiamo assieme avvolti dalla stessa nuvola di sogni.

«Ornella, il mio destino è forse come quello dell’Ebreo Errante, che sempre deve ricominciare il giro del mondo e il mondo non è per lui che un piccolo giardino dove a lungo andare si sente imprigionato e altro conforto altra disperazione non gli resta che guardare gli astri o chiedere al sole di discioglierlo con la sua luce. Ma anche questo gli è negato, ed egli deve vivere in eterno, in eterno soffrire: egli ha voluto andare contro l’amore di Dio, uomo si è messo contro le leggi che regolano la vita dell’uomo, e il suo castigo è di essere a sua volta posto fuori delle leggi umane. Non gli è concessa la morte, non gli è più concessa la vita: così sono io....»

Qui Antonio, che suo malgrado si lasciava trascinare dal suono stesso della sua voce, domandò fra l’ironico e il curioso:

— Ma cosa diavolo ha fatto quest’individuo?

— Quando Cristo sulla via del Calvario cadde sotto il peso della croce, uno degli astanti disse: «Eh, su, cammina, cammina». Allora Gesù sollevandosi disse: «E tu camminerai in eterno» — spiegò serio il maestro. — Questo è Aasvero, l’Ebreo Errante.