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Pagina:Deledda - La fuga in Egitto, 1926.djvu/60

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morsicchiandosi sul tappeto dell’erba, in una lotta molle e giocosa, allegri come bambini da lungo tempo amici.

— Gli uomini invece, — disse il maestro tentando di attaccare discorso col pittore, — quando s’incontrano per la prima volta si considerano come nemici.

Il pittore, infatti, sollevò gli occhi turchini indifferenti, seccato per l’insistente curiosità del forestiero, e respinse la bambina che si accostava troppo alla tela. Allora lei tentò di mischiarsi al gioco dei cani, ma il nonno la condusse via un po’ a forza, e anche Birba, sebbene chiamato e richiamato, non abbandonò il nuovo amico finché questo non si decise a seguirlo.

La spiaggia era completamente deserta. Ola cercava di tirare il nonno a sinistra, verso la palizzata del molo che appariva come un ponte fra la terra e il mare, con su figure nere di persone stampate sullo sfondo turchino; ma il nonno era attirato dal grande silenzio e dalla vasta solitudine a destra dove la linea delle sabbie finisce in uno svaporare azzurro e pare si perda nella lontana montagna dell’orizzonte.

— Laggiù è il tuo paese? — domandò Ola; ed egli quasi trasalì e strinse nella sua la dolce manina calda di lei; poichè ella era penetrata proprio nel suo pensiero.

— No, quello non è il mio paese; il mio