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gentile? Sembra un cavaliere vestito in costume, cominciò ad adulare il toscano. — Degno di voi, zia! Una coppia così bella! Decidetevi, decidetevi...

Anche gli altri vicini, specialmente le donnicciuole, lodavano continuamente Francesco, e consigliavano Maria d’accettarlo per sposo.

Intanto Pietro aveva compiuto il suo anno di servizio e rinnovato il contratto per un altr’anno.

Maria, veramente, aveva cercato di convincere zio Nicola a non rinnovare il contratto, ma egli l’aveva guardata da capo a piedi con disprezzo e meraviglia.

— Come sono sciocche, le donne! Sciocche tutte! Perchè vuoi licenziare quel servo? Dove ne troverai uno migliore? Se Pietro Benu è la perla dei servi? Ecco, tu sei come colui che cercava del pane migliore del pane di frumento...

Pietro lavorava nella vigna e sognava. Qualche voce vaga, sul possibile fidanzamento di Maria, era giunta fino a lui, ma già altre volte egli aveva sentito chiacchiere e notizie false, a proposito del matrimonio di Francesco con la sua giovine padrona, e non credeva più a nulla. Egli era cieco e sordo; viveva tutto della sua passione, lontano dalla realtà, come relegato in un’isola di sogni. Il tempo era dolce, sereno; la vigna maturava all’ombra della montagna cinerea sulle cui falde i lentischi abbruciati da qualche incendio sembravano melanconiche macchie di ruggine.

Pietro guardava sempre in su, verso lo stradale, con la speranza di veder giungere Maria; Maria