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la via del male 175

lume infatti illuminò la facciata della casa, al di sopra del muro del cortile, ma subito si spense: nessuno venne ad aprire.

Senza dubbio Maria, uscita nel cortile, indovinando chi era che picchiava, si era ritirata senza aprire.

Un impeto di rabbia assalì Pietro: gli venne il desiderio di picchiare forte al portone, d’abbatterlo a colpi di pietra; ma poi pensò:

— A che serve? Uno scandalo inutile. Bisogna essere astuti. Vedi come è astuta, lei? Ah, come è astuta!

Allora s’avviò verso la casetta delle zie, evitando i radi passanti per non essere riconosciuto. Anche la casetta delle sue parenti era circondata da un cortile aperto: le due vecchie vegliavano ancora nella cucina appena illuminata da un fuocherello di sarmenti.

Pietro conosceva la casa a menadito: salì cautamente la scaletta esterna ed entrò nella cameretta da letto che dava sul balconcino di legno. Al buio egli trovò l’arca di legno nero, ove le due vecchie rinnovano i loro stracci. Egli l’aprì e cercò la pistola del bandito.

Zia Tonia conservava quest’arma come una reliquia; Pietro gliela portò via senza scrupolo. Fu il suo primo passo.

Ma non seppe perchè, quando si trovò nella valle, lungo i sentieri selvaggi appena rischiarati dal fantastico chiarore della luna che or sì or no appariva fra grandi nubi livide, egli ricordò vagamente il sogno della via grigia senza fine, animata da fantasmi.