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la via del male 185


Anche Pietro guardò lungamente la lettera e sospirò.

— Questo è un uomo! — disse, battendo due dita sul foglio. E parve volesse aggiungere qualche cosa, ma improvvisamente tacque e si fece cupo.

— Ah — pensò — quest’uomo, questo Corbeddu, non si sarebbe certamente lasciato offendere come mi sono lasciato offendere io! Egli avrebbe spazzato ogni ostacolo, come il vento spazza la paglia. Mentre io... io sono vile!

— Ecco, — disse, restituendo la lettera, — bisogna che anch’io impari a leggere e a scrivere, perchè se diventerò bandito avrò bisogno di scrivere qualche lettera!...

Egli scherzava; ma l’Antine tornò a fissarlo stranamente.

— Se vuoi, — gli disse, — poichè qui ci avanza tempo, ti insegnerò a scrivere e a leggere!

Pietro accettò con entusiasmo, e la nuova occupazione, a cui egli si dedicò con intensità profonda, gli rese meno lunghe le ore, lo assorbì, lo confortò.

Un vecchio guardiano, al quale l’Antine dava qualche bicchiere di vino, fornì ai carcerati l’occorrente per scrivere, e un sillabario e qualche numero di giornale. In pochi giorni Pietre fece pregressi meravigliosi.

Alla vigilia della sua liberazione egli potè leggere e capire una intera colonna di giornale e scrivere il suo nome e quello di Maria.

E ne provò una gioia velenosa; gli parve d’aver acquistato un’arma, buona per difesa e per offesa!