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la via del male 221


— Abbiamo bacialo la sposa, — disse il giovine proprietario. — Io non ci ho trovato nessun gusto, però...

— Ci troverà più gusto lo sposo, — disse la moglie del bettoliere, alla quale il marito volgeva le spalle; e il suo sguardo nero, scintillante, attirava con una specie di fascino magnetico gli occhi di Pietro. Egli taceva e la guardava.

Per la prima volta s’accorse che la giovine donna, della quale soltanto la voce un po’ rauca riusciva sgradevole, rassomigliava a Maria.

E mentre il toscano e il giovine possidente parlavano male di Francesco, burlandosi delle sue maniere affettate, l’ex-servo si alzò e s’avvicinò al banco per pagare.

— Che fai? — gridò l’altro.

— Lascia, — egli rispose. — Hai da cambiarmi cinque lire, Maria Franzisca?

Ella apri il cassetto e disse con intenzione:

— Stanotte mio marito va ad Oliena. Ho messo tutti gli spiccioli nella sua borsa.

Pietro s’era curvato sul banco e quando ella si sollevò le fece un cenno cogli occhi. Ella contava gli spiccioli e fece cenno di sì.

Fino a tarda sera Pietro e il compagno vagarono per le bettole; poi l’ex-servo incontrò altri suoi conoscenti e tutti assieme andarono a cantare davanti alle porte delle fanciulle, delle quali più o meno erano innamorati. La notte era dolce, tiepida. Pietro, ubbriaco, pensava sempre agli sposi e per stordirsi cantava, e di tanto in tanto si sfo-