Pagina:Deledda - La via del male, 1906.djvu/69

Da Wikisource.

la via del male 67


Qualche viandante gli portava le notizie dei suoi padroni, e le sementi e le provviste inviate da zia Luisa.

— Zio Nicola non è venuto a trovarti, perchè è stato quindici giorni a letto, con forti dolori alla gamba.

— E il medico cosa dice? Possibile che egli non trovi un rimedio?

— Eh, altro che vorrebbe trovarlo; tanto più che, dicono, vuole sposare Maria.

— Che, il medico? Ah, ah, ah!

— Perchè ridi?

— Perchè la mia padrona non sposerà certo un medico.

— Sposerà il figlio del re, allora!

— Eh, sì; sposerà un pastore ricco, ecco tutto!

Medico o pastore, certo però non avrebbe mai sposato un servo. E Pietro ritornava cupo, ricordando con sarcasmo verso sè stesso i sogni stolti che accompagnavano le sue canzoni.

Avrebbe voluto darsi dei pugni, allora, tanto la sua passione lo umiliava. Ma oramai non poteva più disperdere ciò che egli stesso aveva seminato nel suo cuore; era più facile togliere uno ad uno i granelli sparsi sulla terra arata.

I giorni continuavano a passare freddi e limpidi, o freddi e nuvolosi: ancora una o due notti e Pietro sarebbe ritornato a dormire nella casa dei padroni. Zio Nicola gli avrebbe ancora raccontato le sue storie; egli... che avrebbe fatto egli? Non lo sapeva e non ci pensava neppure.