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68 la via del male


Avrebbe continuato a vivere, a lavorare per gli altri.

Così arrivò l’ultima sera.

Prima di ritirarsi nella capanna, Pietro sedetto su una pietra in mezzo alla terra seminata, e stette a lungo immobile, quasi piegato in due. Pareva che sentisse finalmente la stanchezza di tutto il suo lungo lavoro.

Intorno a lui anche la terra taceva, addormentata, in un riposo fecondo.

La sera cadeva; grandi nuvole bluastre macchiavano il cielo pallido: piegato sulle ginocchia, Pietro stette a lungo immobile, con gli occhi chiusi, formando una macchia stessa, una cosa stessa con la pietra su cui stava seduto, con le onde brune della terra smossa che lo circondava. Dormiva.

Dormì così a lungo, come il granello fra le zolle, granello anch’egli buttato a caso su una terra misteriosa e selvaggia, germogliato alla ventura, abbandonato al capriccio del tempo e del destino.

Si svegliò ch’era già notte e si ritirò nella capanna. Fuori la notte, coi suoi grigi vapori, incombeva sull’altipiano, sulle valli, fino alle montagne della costa, donde veniva un rombo di vento che sembrava l’urlo del mare: e se un pezzetto di luna gialla appariva fra lo nuvole correnti, Malafede non mancava di abbaiargli contro, forse credendolo l’occhio maligno di un ladro.