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72 la via del male


— O la finite o vi bastono!

Ma le due cugine continuavano a ridere: ogni tanto Maria balzava in piedi, guardava se la pentola bolliva e riattizzava con un lungo bastone il fuoco del forno.

Mentre le tre donne impastavano la farina con la sapa per farne dei piccoli pani dolci, rientrò zio Nicola, ch’era stato alla bettola per bere il solito bicchierino di acquavite, e portò una notizia interessante:

— Ho visto passare un prete che recava la santa Comunione ad un malato, laggiù, al Corso. Ho domandato chi era il malato grave e mi dissero: Zia Tonia Benu.

— La zia di Pietro! — esclamò Sabina, sollevando le mani gialle di sapa. — E lui non sa niente?

— E anche se lo sa, credi tu che gliene importi niente? — disse zio Nicola, voltandosi e rivoltandosi davanti alla bocca del forno.

— Eh, dicono abbia dei soldi, quella donna!

— Davvero? — chiese Maria.

— Sciocchezze, — gridò zio Nicola. — Favole da donnicciuole.

— Il marito di zia Tonia era un ladro famoso morì in reclusione, — affermò zia Luisa. — Dicono che abbia lasciato alla moglie un recipiente pieno di monete d’oro.

— Donnicciuole! — rispose zio Nicola, battendo il bastone contro il forno. — Storielle! Intanto quella povera vecchia ha solo una catapecchia e un pezzetto di terreno con due macchie di lentischio.