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davvero la principessa. Vestiti, teatri, automobili, ricevimenti, viaggi per aria, che Dio la conservi. Il bambino cresce bene; un po’ prepotente, ma si capisce, gliele danno tutte vinte. Adesso ha otto anni, compiuti a febbraio, e quando parla tedesco sembra proprio un tedesco. Mah!
Ella pensava a questo suo discendente con una certa fredda amarezza. Scampata Alys dalla morte, glielo avevano tolto di mano come un oggetto consegnatole semplicemente per qualche giorno: ed ella ne serbava il ricordo crudele. E se nel momento del pericolo il principe le si era avvicinato con umanità, passato il pericolo, la distanza si era di nuovo stabilita reciprocamente fra di loro. Pazienza: la vita è fatta così, e ai vecchi che credono in Dio non manca mai la compagnia.
L’importante era che Alys vivesse, che Alys fosse risorta dal suo letto di morte come un’allodola ferita che si salva e poi rivola dal nido.
Anni di gioia, di tripudio, quasi di ebbrezza erano seguìti. Tutto il programma disegnato in quella notte di agonia era stato eseguito. La nonna lo sapeva e ne era contenta: e i giorni di Alys le parevano felici, dorati e dolci come le numerose frittelle ch’ella traeva dall’olio bollente e plasmava di miele.
Le parevano! Ma in fondo sentiva che il suo paragone era assurdo ed anche beffardo; e che