Pagina:Deledda - Le colpe altrui.djvu/159

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— E perchè domanda a me allora? Si rivolga ai parenti...

— Egli non ha parenti — disse la vecchia fieramente. — Tu sei tutto, adesso, per lui: tu devi decidere, e tu non devi lasciarlo squartare.

Il dottore le diede uno spintone.

— Andate, vecchia testarda, non dite sciocchezze.

Poi attirò Vittoria accanto a lui sulla panca, le prese una mano e mentre cercava di convincerla a fare operare il malato l’attirava a sè guardandola con occhi carezzevoli.

— Te lo dico per il tuo bene, Vittoria, perchè non vorrei che i parenti ti rinfacciassero poi di non aver tentato di salvarlo. Lo sai che ti ho voluto sempre bene.

Quando glielo aveva detto? Pure turbata, ella capì ch’egli le faceva la corte per l’eredità e si scostò diffidente.

— Ebbene, — disse — domandiamolo a lui: se egli desidera l’operazione, io non mi oppongo.

Rientrò e riprese il suo posto presso il malato che smaniava vaneggiando.

— Tre giorni, Andrea? Ebbene, siano tre; ma lasciami pensare. Ho le idee che mi scappano via come uccellini... Tu intanto va da Vittoria; va: farai bene ad andare da lei...

Ella aspettava un momento di lucidità per chiedergli se voleva l’operazione; con la fronte sulla mano, gli occhi pieni di lagrime, le pareva di vederlo già steso su una tavola, col ventre squarciato e il sangue che colava giù