Pagina:Deledda - Le tentazioni.djvu/133

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zia jacobba 127


livido, piangeva e imprecava, guardando per tutti i versi la fatale statuetta. Cercò saperne di più, ma Pottoi si chiuse in sovrano silenzio, volle i due scudi d’oro, rotondi e gialli come piccolissima luna, e se ne tornò a casa sgambettando.

L’arcano era questo: avida dei due scudi d’oro, e volendo anche non so per qual causa far male a zia Maria di Locula, zia Sebia aveva qualche giorno prima fatta e sotterrata la statuetta, mandando poi Pottoi a corbellare la povera vedova.

Tutto era andato bene; ma zia Jacobba cadde malata dal dispiacere, e Pottoi si pentì sinceramente del suo mal fare. Non potendo rimediare in altro modo, cominciò a frequentare la casa di zia Jacobba, assistendola e confortandola.

Zia Sebia bastonava la piccina, ma ella andava lo stesso dalla sua vecchia amica: le spazzava la casa, faceva il fuoco, portava l’acqua. A momenti zia Jacobba credeva veder Chianna risuscitata, e tanto si affezionò alla ragazza che l’idea di adottarsela per figliuola la riconciliò con la vita. Appena potè, cominciò le pratiche