Pagina:Deledda - Marianna Sirca, 1915.djvu/133

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nosciuto, il suo peccato fosse maggiore. Di tanto in tanto però si scuoteva tutto per liberarsi dell’umidità che gli penetrava fino alle ossa e dei suoi scrupoli tediosi; e così andavano, lui e il compagno, inquieti tutti e due, risalendo il sentiero di una valle, e pareva camminassero senza scopo verso le nuvole dell’orizzonte.

Allo svolto del sentiero videro una capanna a cono, sullo sfondo delle nuvole, sul ciglio della valle, col fuoco che brillava nell’apertura e accanto la figura nera del pastore: e volsero i passi da quella parte, per asciugarsi e rifocillarsi, ma prima di arrivare Simone disse accigliato al compagno:

— Guardati bene dall’accennare a dove andiamo: se no è meglio che tu non venga oltre con me.

Costantino si fermò, si morsicò la nocca dell’indice; poi sollevò il viso infiammato di sdegno.

— Simone! Tu non credi a quello che pensi. Non sono Caino! Se tu mi ripeti una terza volta di andarmene me ne andrò davvero, ma, ascolta, non mi vedrai più.